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Documento II, volume II, cap. II.


Progetto di Statuto
fatto comporre dal generale Carlo Filangieri
e redatto da Giovanni Manna.


Ricordevoli delle generose intenzioni del Nostro Augusto Genitore, che primo in Italia diede l’esempio degli ordini rappresentativi, quantunque la forza degli avvenimenti lo costringesse a sospenderne l’attuazione, considerando che le gravi ragioni d’impedimento possono stimarsi cessate, ci siamo col Divino aiuto e nella pienezza de’ Nostri poteri, determinati a richiamare i Nostri amatissimi sudditi al godimento di quelle istituzioni, con cui si governano oggi la più parte delle nazioni civili in Europa.

Nel prendere questa importante risoluzione, Noi ci siamo confidati principalmente nel senno e devozione dei Nostri popoli, i quali concorrendo con Noi nel desiderio d’iniziare una nuova èra di prosperità nazionale, riceveranno certamente con gratitudine la nuova forma che ci siamo risoluti di dare al nostro Statuto; e che senza allontanarci dalle basi delle leggi organiche del Regno, ci assicura le principali condizioni dell’ordine rappresentativo.

La continua e franca discussione di un largo Consiglio di Stato manterrà in tutto il suo splendore l’iniziativa Sovrana, e conserverà il movimento e la vita governativa dove più conviene che sieno, cioè intorno a Noi e a’ Nostri Ministri.

Un Senato composto dei più gravi e distinti personaggi del Paese, è destinato a dare alla Legislatura una base solida, ed un sicuro punto di appoggio, potendosi trovare all’occorrenza ne’ suoi eccezzionali poteri una riserba salutare da somministrare aiuti efficaci al Governo e alla Camera elettiva.

Finalmente il Corpo Legislativo non mancherà dei suoi veri ed essenziali poteri, essendo da Noi chiamato a discutere e votare le leggi, a discutere e votare le imposte, e ad esaminare ed acclarare i conti dello Stato. L’importanza di queste attribuzioni non è menomata punto da certi temperamenti indispensabili a rendere tranquille e mature le discussioni, ed a crescere decoro e sicurezza al primo Corpo deliberante dello Stato.

La Nostra fiducia, lo ripetiamo, è nel senno e devozione dei Nostri Popoli, di cui ricordiamo con amore le lunghe prove di fedeltà. Ma più ancora Noi fidiamo nella coscienza delle Nostre intenzioni e nel Supremo aiuto della Divina Provvidenza, nel cui Nome ci siamo risoluti a sanzionare e promulgare il presente Statuto: