Pagina:La fine di un regno, parte III, 1909.djvu/89

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al consumo degli alunni; la quale, allontanandosi questi, diminuirebbe della metà per le spese di esazione e di trasporto o di serbo e vendita:

3° Che il luogo ove risiede è sommamente comodo per la vicinanza del combustibile, d’aria pura e salutare: ottimo poi per l’istruzione giacendo in solitudine remota e perfetta, messa sotto la protezione di un S. Martire:

4° Che questa quasi consacrazione del locale lo fa augusto alle comuni circonvicine, che concorrono alle feste celebrate ivi splendidamente, e vi recano infermi a pregare a fare de’ voti ad essere esorcizzati; sicchè la chiusura dello stesso sarebbe uno scandalo religioso e morale per tutti i paesi.

5° Che con queste doti il Seminario ha dato in copia singolare uomini religiosi, morali dotti e ubbidienti alle leggi per un mezzo secolo, che è stato diretto e sorvegliato da propri vescovi, residenti nel luogo, e degni della fiducia in loro messa dalla Chiesa e dal Trono:

6° Che i disordini posteriori non possono attribuirsi alla posizione locale che doveva invece mettere al coperto la Scuola dell’influenza de’ passi, poichè è situato in un deserto. È poi costante che stava dimesso da più tempo il Collegio all’epoca deplorabile de’ torbidi di Calabria del 1848, e che d’altronde l’università di S. Demetrio appresso alla parte intelligente ed agiata del Comune, non pur aliena, ma nemica fu ad ogni tentativo rivoluzionario.

7° Che le rendite diminuite farebbero aumentare le pensioni degli alunni, i quali sarebbero costretti anche a spese maggiori di vestiario ed altro, quando fossero trasferiti in mezzo a qualche città: due circostanze che renderebbero fra pochi anni deserta la scuola statuita per serbare la cognizione di Dio, degli umani doveri, e de’ sacri riti, fra università poverissime, come sono quelle degli Albanesi.

Ha deliberato di supplicare rispettosamente Sua Maestà il Re nostro Signore che non permetta mai che si devii dalle sagge e benefiche disposizioni de’ suoi augusti maggiori, che fecero a questo Collegio Pontificio le presenti felici condizioni, alle quali non si potrebbe recar mutamento senza contrariare le intenzioni della regal sua Maestà, che con sapiente ordine muove il suo regno verso il regolare sviluppo d’ogni cristiana civiltà.

8° Che il Sindaco del sudetto Comune deponga personalmente a’ piedi del Trono queste suppliche, che il Decurionato di S. Demetrio ha l’onore d’indirizzarle.

Fatto nel giorno mese ed anno come sopra.


Il Sindaco del Comune

firmato: Giuseppe Bellusci