Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/220

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imposture di quelli che per entrargli in grazia, facevano i bigotti (bizzuochi). Un giorno riprese vivamente il Gavaudan, architetto di Casa Reale, perchè questi, per ostentare dinanzi a lui zelo religioso, pensò di cacciarsi nel cappello alcune immagini sacre, per farle cadere quando egli si fosse scoperto, alla vista del Sovrano. Si disse, dunque, che Ferdinando II la prima volta avesse finto di non vederle, ma la seconda volta avesse perduto la pazienza, e al Gavaudan, il quale, mostrandosi confuso e mortificato, si chinava per raccogliere le immagini, dicesse: "Don Ciccio levate sti santi da dinto ò cappiello, e finimmo sta cummedia».1


Il Re visitava i monasteri più celebri del Regno e le immagini più miracolose dei paesi intorno a Napoli. Era stato a Montecassino, a Montevergìne, alla Madonna della Civita sopra Itri, a Cava, più volte ai Camaldoli di Torre del Greco e a tutti i santuarii vicini. Galvano, grosso paese a mezza via fra Napoli e Caserta, possiede un’immagine miracolosa della Madonna, detta di Campigliene, ed era tappa di cambii postali per il servizio del Re, quando si recava da Napoli a Caserta in vettura.

L’ufficio postale era al principio delle case di Galvano, venendo da Caserta, presso il palazzo dei signori Capece, sotto la caserma dei gendarmi a cavallo. Il Re adoperava carrozze proprie, ma i cavalli erano della posta e il servizio veniva fatto da postiglioni speciali. Una volta, venendo da Caserta, un cavallo perde i ferri e azzoppò: non ve n’erano altri e allora il sergente dei gendarmi chiese a Vincenzo Buonfiglio il maggior possidente di Galvano, guardia d’onore, ben conosciuto dal Re, una carrozza che fu data, e il cocchiere del Buonfiglio n’ebbe tre piastre di mancia. Ogni volta che il Re passava da Galvano, era un accorrere di mendicanti, che si schieravano lungo la strada maestra, ed egli si divertiva, gettando una piastra ad una vecchietta, Maria Massaro, che abitava presso l’ufficio postale e che gli faceva trovare un mazzo di fiori, e regalando un’altra piastra ad un cieco, ed una mezza piastra agli altri. Dotato di forte memoria, aveva finito col conoscere tutti que’ pezzenti e

  1. Don Francesco, togli questi santi dal cappello e finiamo questa commedia.