Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/292

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via della Pace, ma voleva affermarsi in luogo più centrale, forse per atto di ostilità alla vecchia Accademia. Carlo Poerio fu eletto presidente onorario dell’assemblea dei socii; Gennaro de Filippo presidente effettivo e segretario Guglielmo Capitelli. All’autorità del Poerio e alla tenacità del Capitelli deve l’Unione gli splendidi locali, la cui perdita fu cagione di amarezza per l’Accademia, che divenne club ancora più chiuso e seguitò ad essere preseduta dal conte di Montesantangelo.

Se negli anni dei quali scrivo, non vi erano altri cluhs, viceversa i ricevimenti nelle case signorili si succedevano senza interruzione. In casa Torella si riceveva tutte le sere dopo la mezzanotte, e anima della società cosmopolita che vi si raccoglieva, era la vecchia principessa figliuola di Cristoforo Saliceti, il famoso convenzionale che aveva letta la sentenza di morte a Maria Antonietta ed era stato il terribile ministro di polizia di Giuseppe Bonaparte. Società cosmopolita, perchè non vi era straniero di distinzione che non fosse presentato in casa Torella, ne diplomatico che non la frequentasse. Vi si faceva opposizione moderata, ma costante, al Governo e frequentavano gli eleganti saloni uomini di fede liberale, che erano gli amici di Cammillo. In casa Torella spirò sempre un’aria di Fronda e quando nel 1851 venne Gladstone a Napoli, vi fu presentato da sir William Tempie, che vi era costante commensale; né quell’ambiente contribuì a sconsigliare l’onesto inglese dal pubblicare le celebri lettere. Dei due figli maschi del principe Giuseppe, che fu ministro dopo il 15 maggio nell’ultimo ministero costituzionale, Niccola, divenuto principe di Torella dopo la morte del padre, fu ministro costituzionale di Francesco II, come si vedrà; e Cammillo, marchese di Bella, fu in mezzo alle cospirazioni liberali e poi arrestato e mandato in esilio nei primi mesi del 1860. Riunioni e balli di straordinario splendore furon quelli di casa Bivona e di casa Sclafani. I due fratelli abitavano il loro romantico palazzo alla Ferrandina. Non meno splendidi i ricevimenti di casa Santa Teodora, quando Luigi, duca di Sant’Arpino, prese moglie a Londra e condusse in Napoli la magnifica signora, la cui apparizione nella società napoletana fu un avvenimento. Si riceveva ancora e si ballava in casa Bovino, in casa Sant’Antimo, in casa D’Angri; che anzi in casa D’Angri fu dato, in quegli anni, un ballo in piena estate, sulla terrazza scoperta