Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/305

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pello all’inglese, tanto di moda nel 1857 per la campagna, nel 1858 fu smesso.

Nell’inverno si abbandonò la grisaille e regnò sovrano il color marrone. Se le maniche furono meno larghe e le vite accollatissime, non si ebbe mai esempio di gonnelle più ampie; occorrevano non meno di otto teli e la gonnella più distinta era assai poco guarnita od aveva un’orlatura di velluto. Le vite esigevano bottoni larghi e schiacciati sul davanti e lungo i fianchi. Questa moda era più semplice delle precedenti e perciò le sarte incontravano poche difficoltà, e le signore spese minori, potendosi accomodare i vestiti degli anni scorsi.

Usatissime furono le pelliccerie, specialmente sopra i mantelli di velluto ed ebbe gran voga una pelliccia nera, lucida, morbidissima, a pelo lungo, di cui non ricordo il nome. Chi non voleva pelliccerie, guarniva abiti e mantelli di una frangia di ciniglia, in lustrini e seta torta. Fu negli inverni del 1857 e del 1858 che madama Cardon e madama Giroux ebbero più da fare. Esse, venute di Francia a raggiungere i loro mariti, che le aveano in Napoli precedute alcuni anni prima, rappresentavano il non plus ultra dell’eleganza femminile, singolarmente in quegli anni ed accumularono una fortuna. Fu da loro che tutte le sarte e modiste presero nome di madame e madamine. La erede di Pietro Cardon sposò il signor Pilavoine, commesso del negozio, e l’unica figlia del Pilavoine sposò Giustino Fiocca. I Giroux si ritirarono dal commercio dopo il 1860, né la ditta fu continuata. Ai Cardon successe madama Jourdan, che tuttora tien negozio nello stesso palazzo in via di Chiaia. Al palazzo Calabritto, prima del 1860, era un’altra casa di moda importante, quella di madame Fass. Modiste e sarte napoletane non mancavano, per la ricca borghesia e per le ricche signore di provincia, che non osavano ricorrere a madama Giroux o a madama Cardon, per il caro dei prezzi; le men ricche signore di provincia e quelle dei paesi intomo Napoli, si servivano poi ai Guantai Vecchi e Nuovi. Eccelse in quegli anni, fra le sarte napoletane di primo rango, donna Margherita Cepparulo, la quale aveva il negozio a Toledo, nel palazzo dove ora ha sede la compagnia inglese Gutteridge. Fra le sarte di seconda linea ricordo madama Bellet, madama Nethery, madama Caputo e, negli ultimi tempi, madama Grazini.