Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/339

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chio nel 1870. Ma l’arcivescovo di Messina, cardinal Villadicani, non aveva davvero alcun titolo per così alta carica. Bonario e pietoso con gl’infelici e di tendenze piuttosto larghe in politica, egli non era uomo di studii, anzi a Messina ancora si ricordano parecchi aneddoti di sua poca sapienza.


A Palermo, nella facoltà giuridica, si distingueva Pietro Sampolo, che insegnava codice civile e pandette. Era stato fra i difensori delle vittime della Fieravecchia, e aveva raccolte delle somme per far celebrare un funerale in Genova a quei disgraziati. Gli studenti accorrevano numerosi e plaudenti alle sue lezioni. Lesse parecchie prolusioni, che sono pregiate monografie giuridiche e, nel 1859, l’orazione inaugurale che gli procurò non poche molestie, non avendovi egli fatta menzione del Re, nè del suo luogotenente, che assisteva alla cerimonia. Fu ucciso da mano ignota nel 1861, mentre tornava da una sua campagna presso Palermo, nè dell’assassino si seppe nulla. I nomi illustri nella facoltà di medicina erano il Gorgone e il Pantaleo, un chirurgo e un ostetrico, i quali esercitavano la professione con grandissimo successo. Il Pantaleo fu il primo ostetrico dei suoi tempi, e i suoi alunni, oggi uomini maturi, ne ricordano la memoria con venerazione. Creò una clinica ostetrica, di cui non vi era l’ombra. Prima di lui, come ne ha scritto il Pitrè, Palermo non aveva che un rifugio di maternità, alla cui porta le donne andavano a battere, o strette dalla durezza della povertà, o spinte dal pudore di colpe da nascondere; e, come ricorda il professore Chiarleoni: " poche stanze erano nell’ospedale comune, destinate al ricovero delle gravide e partorienti, sotto l’immediata direzione di una levatrice maggiore, mentre era fatto divieto al professore di penetrare nelle sale, se non chiamato dalla levatrice!„ Del resto non in Sicilia soltanto, ma in tutto l’antico Regno, l’esercizio della ostetricia era nelle mani delle levatrici, poichè nelle famiglie, senza distinzione di ceti, la levatrice godeva maggior fiducia che non ne godesse il chirurgo. Se il Pantaleo non ottenne quanto voleva, dati i tempi e i pregiudizi, ottenne però molto, perchè vennero abrogati i regolamenti vecchi e il professore di ostetricia fu riconosciuto indipendente nell’ospedale, e le sale delle ricoverate messe a sua disposizione. Ma per le levatrici seguitò a bastare, secondo le prammatiche viceregie e i sinodi