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Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/379

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CAPITOLO XVIII


Sommario: Partenza per Andria — Da Foggia a Cerignola — Il bandito Niccola Morra — La colonia di San Ferdinando — A Canosa e ad Andria — Feste e aneddoti — L’arrivo a Bitonto — La visita dei Sovrani all’orfanotrofio Maria Cristina — Si giunge ad Acquaviva — Monsignor Falconi e il suo discorso — A Gioia e a Mottola — Il giudice Pirchio — La grazia dei Massafresi — Particolari intimi sulla fermata a Taranto — A Lecce — Una risposta curiosa — Lo stato di salute del Re — La visita al duomo e lo spettacolo al teatro — Un inno di Mastracchi — Il Re infermo — Si chiama il dottor Leone — Il flebotomo Marotta cava sangue al Re — Particolari e aneddoti — Il dottor Ramaglia e il dottor D’Arpe — Le passeggiate dei principi — Incidenti al duca di Calabria — La visita al liceo dei gesuiti — L’arrivo degli arciduchi d’Austria — Il Re migliora — Si decide la partenza per Bari — I preparativi di Gallipoli per festeggiare i Sovrani.


La mattina seguente, alle undici, il Re dopo di aver ascoltata la messa, detta nell’oratorio del palazzo da monsignor Frasoolla, accompagnato dalle autorità e dalle guardie d’onore in grande uniforme, parti per Andria, quarta tappa del viaggio. A Foggia ebbe un numero infinito di suppliche. Le carrozze reali traversavano le vie in mezzo a fitta calca di popolo, che applaudiva fragorosamente. Ferdinando II, prendendo commiato, promise che sarebbe tornato con gli sposi, per rimanervi qualche giorno. Ma parve a tutti pallido e triste: nella notte aveva sentito aggravarsi il suo malessere.

Da Foggia a Cerignola, gli abitanti di Orta, di Ortona, di Stornara e di Stornarella — grosse borgate a destra e a sinistra del Cervaro e del Carapella e che si chiamavano siti reali — attendevano, lungo la via, i Sovrani con le rappresentanze municipali e guardie urbane con bandiera. Applausi ed accla-