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CAPITOLO XIX


Sommario: Partenza da Lecce — L'arrivo a Brindisi — Aneddoti — I preparativi e le feste di Bari — Risposta di Ferdinando II a monsignor Rossini — Lo stato di salute del Re — La consegna della sposa a Trieste — Tornano gli arciduchi — La famiglia granducale di Toscana a Napoli — La morte dell’arciduchessa Anna — L’arrivo di Maria Sofia a Bari — Accoglienze clamorose — Ferdinando II e Maria Sofia — La cerimonia nuziale — Uno scherzo del conte di Caserta — Peggioramento del Re — I dottori Longo, Ghiaia e Ferrara a consulto — Lo spettacolo di gala al teatro Piccinni — I divertimenti dei principi — Il segretario generale de Filippi — Si richiama il dottor Longo — Le sofferenze di Ferdinando II — Le reliquie miracolose — L’arrivo del conte di Siracusa — Voci di alleanza fra l’Austria e Napoli — Ferdinando Troja e Luigi Carafa.


Alle otto della mattina del 27 partirono i tre principi, con una parte del seguito. Alle nove, Ferdinando e Maria Teresa, ascoltata la messa nell’oratorio privato dell’Intendenza, ammisero al bacio della mano le autorità, riunite nella gran sala del palazzo. La cerimonia riusci piuttosto fredda. Il Re non rivolse la parola a nessuno, in particolare, nè piacevoleggiò con questo e con quello, come era suo costume. Si temette che fosse rimasto poco soddisfatto delle accoglienze ricevute; ma il vero è, che non si sentiva bene e aveva fretta di partire. Ringraziò il dottor Leone e gli fece dire dal colonnello Severino, che si riserbava di manifestargli la propria soddisfazione, appena giunto a Napoli.

Leone restò a Lecce, e Ramaglia, con l’assistente Capozzi, accompagnò il Re, il quale scese lentamente lo scalone, appoggiandosi al braccio del ricevitore generale Daspuro, cui disse, con accento triste: “Ricevitò, so f.... Me sent’a capa comm’a