Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/101

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teoliveto alla Reggia, e Toledo in quella occasione riboccava di spettatori. Nel Natale del 1860 e nella Pasqua del 1861, anche Vittorio Emanuele ebbe i suoi doni ed anche allora venne ecceduta la previsione del bilancio. Fu regalata tanta e tanta roba, che occorsero per trasportarla ben cinquanta facchini. Anche questi doni furono uguali a quelli che si facevano ai Borboni: due vitelle con ricche gualdrappe, che costarono settantaquattro ducati; mobili, fiori, frutta, dolci e confetture, oggetti di corallo e una statua pagata allo scultore Balzico settecento ducati, e che rappresentava una coquette del secolo XVI: grazioso lavoro che segnò l’inizio della fortuna del chiaro artista, perchè Vittorio Emanuele volle conoscerlo e gli affidò altri lavori.

Seicento ducati si distribuivano ai poveri per Natale e per Pasqua, e non poche opere di beneficenza gravavano sul bilancio comunale, dove figuravano, non molto largamente, le opere pubbliche. Cinquantamila ducati per la ricostruzione delle strade; 12 000 per la loro pulizia ed annaffiamento e 130000 per opere pubbliche di sovrano comando. Per avere un’idea delle somme stanziate per qualche speciale opera pubblica, ricordo che per la strada Maria Teresa, oggi corso Vittorio Emanuele, erano fissati 30 000 ducati; 6000, per la strada di Mergellina; 2000, per la strada San Giovanni a Carbonara; 10 000, per la copertura del canale di Carmignano; 15 000 per i lavori alle Fosse del grano e 4800 per la pescheria: cifre che fanno maraviglia oggi. Per le feste civili, cioè per gli onomastici ed i compleanni della famiglia reale, erano stabiliti 2500 ducati.

Ma a rompere l’armonia dello stato-discusso, vennero le nozze del duca di Calabria. In così fausta circostanza, onde esulti il popolo tutto di questa fedelissima metropoli, e duratura ne rimanga la ricordanza — così si legge nel verbale dell’adunanza del Decurionato del due gennaio 1859 — si stabili di spendere 12 000 ducati: 6000, in luminarie, musica e feste religiose; 3000, per elemosine ai poveri e 3000 per centoventi maritaggi, di 26 ducati ciascheduno. Altre spese si decretarono il 3 luglio 1859, per festeggiare il fausto avvenimento dell’ascensione al trono di S. M. Francesco II; 12 000 ducati per luminarie e feste; 3000 per elemosine e per maritaggi, nonchè quei 3000 ducati che non