Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/271

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Spagnolis e Campagna. Salvatore Murena era “discaricato„ dall’ufficio di professore di diritto amministrativo nell’Università, e da quello di consultore di Stato; anzi alla Consulta si compiva una vera rivoluzione, poichè nuovi consultori furono nominati Giovanni Vignali, Giuseppe Aurelio Lauria, Luigi Dragonetti e Rodolfo d'Afflitto; mettendosi in riposo, oltre al Murena, il duca di Serracapriola, Roberto Betti, Leopoldo Corsi, Raimondo de Liguoro, Vincenzo de Sangro e Giuseppe de Marco.

Il decreto d’amnistia per i condannati politici, promesso nell’Atto Sovrano, fu pubblicato il 3 luglio: amnistia completa, non a solo beneficio di quelli che erano ancora sotto processo, ma di tutti gli altri, rinchiusi nelle prigioni o esiliati in perpetuo dal Regno. Si pensò subito a soccorrere i detenuti e i deportati poveri e si stabili di dare, a loro beneficio, uno spettacolo al San Carlo. Questo ebbe luogo la sera di sabato, 21 luglio. La compagnia drammatica dei Fiorentini si prestò gratuitamente a recitarvi una commedia. Si eseguirono due balli: il Mulatto e la Margherita Gauthier; furono cantati da Ruggiero Antonioli, Vera Lorini, dal Guicciardi, da Bertolini e da Marco Arati alcuni pezzi dei Foscari, dei Lombardi, dell’Attila e della Favorita; ed i coristi eseguirono il coro dei Lombardi, fra strepitosi applausi. Il teatro, manco a dirlo, era fitto di spettatori. La vendita dei biglietti fruttò oltre a mille ducati, e le offerte volontarie più di cinquecento. Il Re largì duemila ducati, e ottocento i principi, e l’intero prodotto ascese a ducati 4371, 19. Nonostante queste manifestazioni di letizia, la tranquillità pubblica in Napoli e in molte provincie era ogni momento turbata da dimostrazioni ed eccessi di ogni specie. Cresceva il panico nella città. Si ritiravano i depositi dal Banco; si vendeva la rendita, e i cambiavalute non cambiavano più polizze in oro. Il napoleone valeva cinque ducati, cioè quasi una lira e mezza più del suo valore reale. Il cambio dell’argento in oro sali dal 3 all’8%: la rendita scese di parecchi punti.


Quel turbolento entusiasmo, provocato in gran parte dalla guardia cittadina, composta, come si è veduto, di camorristi e di guappi patrioti, e tenuto vivo, per interesse e per bisogno tutto meridionale, di estrinsecarsi, si manifestava in ogni occasione, anche futile, ma soprattutto per il ritorno degli emigrati, più accentuatamente antidinastici. Non passava giorno, che all’Im-