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Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/351

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duce Giuseppe de Blasiis, il quale aveva per suoi ufficiali Pasquale Turiello, Francesco Martorelli, Gioacchino Toma ed Eduardo Cassola, divenuti poi notissimi, per ufficii occupati e opere d’ingegno. De Blasiis era stato spedito dal Comitato dell’Ordine. Questa legione, armata di buoni fucili, di cui l’aveva provveduta una nave sarda, ancorata nel porto di Napoli, era la sola banda insurrezionale da Napoli in su; e i paesi, nei quali operava, non erano favorevoli, come la Calabria, la Puglia e la Basilicata, anzi vi erano più frequenti le reazioni delle plebi contro la borghesia liberale. Essa proclamò a Benevento la caduta del potere temporale dei Papi nel Regno di Napoli, e contribuì a domare la reazione di Ariano.

A Benevento, sin dai primi giorni di agosto, il governo pontificio, che nell’ultimo decennio era stato equanime e mite, del che gli va resa giustizia, come è debito pur renderla anche all’ottimo arcivescovo cardinal Carafa, non esisteva che di nome. Le poche truppe, ivi di guarnigione, avevano abbandonate le caserme, e sui monti di Paupisi si erano unite al De Marco. Il Comitato insurrezionale era composto di Salvatore Rampone presidente, Domenico Mutarelli, Giacomo Venditti e Francesco Rispoli segretario.

Il Rampone, uomo ardito e tenace, il quale nel 1849 aveva servita la repubblica romana, era in continui carteggi coi due Comitati di Napoli; e dal Comitato di Azione riceveva il 26 agosto questa lettera caratteristica, che vai la pena di riferire:


Il Comitato Unitario Nazionale, conoscendo che cotesto Comitato di Benevento da più tempo operosamente lavora per raggiungere l’unità e la libertà d’Italia, sotto lo scettro costituzionale di Vittorio Emanuele, dichiara che tenendosi da costà unità di azione con le provincie del Regno, fin da ora si considera come capoluogo di provincia napoletana, e quindi questo Comitato farà si che ad ogni costo si realizzi tale promessa, non abbandonando giammai i Beneventani alla discrezione del governo pontificio.


In quella città, i preti, gli scolopii e perfino gli stessi domenicani, favorivano le aspirazioni liberali: tutti i cittadini, atti alle armi, erano divisi in sezioni e armati. Il decreto, col quale fu proclamata la caduta del potere temporale del Papa, porta la data del 3 settembre, ed eccolo, nella sua integrità, pubblicato qui la prima volta:


In nome di Vittorio Emanuele Re d’Italia — Dittatore Garibaldi — Provincia di Benevento: “Le forze insurrezionali beneventane hanno dichiarato decaduto il governo pontificio, ed hanno costituito un