Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/45

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da una lucerna. Il suo studio aveva sede in Bonafiociata vecchia, alla Pignasecca, nel palazzo di fronte, che credo portasse allora il numero 30. Pessina insegnava nel seminario dei nobili; De Biasio, al Gavone; Capuano, alla Concezione a Montecalvario. Fra gli studenti di Pepere, di Pessina, di Capuano e di De Biasio in quell’anno, ricorderò alcuni, che occuparono poi alti posti nell’insegnamento, nella magistratura o nell’amministrazione dello Stato: Guglielmo Capitelli, il compianto Vito Sansonetti, Pietro Marsilio, Enrico Perfumo, Ferdinando Lestingi, Federico Criscuolo, Vincenzo Colmayer, Niccola Cianci, Federico Lanzetta, Alfonso Cammarota, Francesco Girardi, i fratelli Minichini, oltre a due valorosi, che la morte rapi innanzi tempo, Emesto Faraone e Cesare Boccardi, prete di Molfetta.

Frequentatissimi, nella medicina e nella chirurgia, gli studii privati di Carlo Gallozzi, di Giuseppe Buonomo, di Luigi Amabile, di Tommaso Vernicchi, di Federico Tesorone e di Francesco Prudente. Tesorone insegnava alla salita degl’Incurabili, al numero 40. Egli fu il primo, che facesse venire da Parigi uno scheletro umano di cartapesta, per le sue lezioni molto lodate di anatomia e chirurgia. Carlo Gallozzi, che aveva tra i suoi discepoli Antonelli, Frusci ed Enrico de Renzi, venuti più tardi in celebrità, aveva studio, per la parte teorica, in una casa a Fontana Medina e per la parte operatoria, agl’Incurabili. Godeva fin d’allora onorato nome tra i giovani chirurgi napoletani, e il suo studio privato rimontava al 1852, quando Ferdinando II ne concesse nuovamente la facoltà, che dopo il 1849 era stata tolta a tutti, senza eccezione. Ma ai chirurgi e ai medici, i quali chiedevano il permesso di aprir studio privato, s’imponeva un esame di catechismo molto curioso; anzi vi era una commissione di vigilanza ad hoc, preseduta da monsignor Apuzzo. Fra le domande del catechismo, alle quali si doveva rispondere, ricordo queste: La morte di Gesù fu reale o apparente? Le sacre stimmate di San Francesco d’Assisi erano segni soprannaturali, o piaghe erpetiche? Potrebbe il magnetismo spiegare il miracolo? Come ammettersi la verginità di Maria, dopo il parto? La dottrina di Carus e l’immortalità dell’anima, e così via via. Rispondere bene a questi quesiti, ragionando e discutendo, in senso perfettamente ortodosso, era condizione per i chirurgi e i medici di ottenere la facoltà dello studio priva-