Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/50

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pontefice, non i legittimisti di Francia, di Spagna e del Belgio, comandati da un generale come Lamoricière.

Salmour seguì il consiglio, ma il Troja dalle prime parole si mostrò contrario a ogni novità, non che all’abbandono da parte del Re di Napoli di quella neutralità, che Ferdinando II aveva raccomandata come testamento politico al figlio. E udita l’idea di un allargamento eventuale di confini oltre il Tronto, spalancò gli occhi, e tutto agitato, quasi convulso, rispose: “Vuie che dicite, chella è robba d’  ’o Papa„;1 e lealmente dichiarò all’inviato sardo che egli avrebbe pregato il Re a respingerla, senza discuterla. Questo raccontò il Salmour a qualche intimo. Si disse anche che il suo colloquio col Troja fosse stato dal Salmour riferito in un rapporto speciale a Cavour, ma di tale rapporto non v’è traccia negli archivii. Forse non fu abbastanza abile Filangieri nel consigliare Salmour a vedere il Troja, o non fu abbastanza abile Salmour, parlando al Troja: certo è, che quando il presidente dei ministri presentò al Re le proposte, Francesco, ripetendo le parole del Troja, le respinse con tale vivacità, che Filangieri diè le sue dimissioni e solo dopo molte insistenze, e perchè ancora non aveva perduta la speranza di riuscire a qualche cosa, s’indusse a ritirarle. Il 17 giugno, Francesco II scese appositamente da Capodimonte per ricevere il Salmour, ma il ricevimento non varcò i limiti di una compassata cortesia, con relativo scambio di augurii e di saluti. Un accenno all’alleanza, fatto dal diplomatico piemontese, non venne raccolto dal Re, il quale aveva ereditato dal padre un senso invincibile di sfiducia e di avversione per il Piemonte e per i suoi uomini politici.

Dopo l’udienza, su proposta di Filangieri, il Re insignì Salmour dell’alta onorificenza di San Gennaro, e il Salmour, in data del 20, ne ringraziava il presidente del Consiglio, con una lettera che si chiudeva cosi: “La prego di porre anticipatamente ai piedi di S. M. Siciliana l’espressione della mia più sentita riconoscenza per l’impartitomi segnalato favore. Mi pregio in pari tempo, eccellentissimo signore Principe, di testimoniarle gli atti del mio più alto ossequio„.2

I liberali fecero grandi dimostrazioni a Salmour all’arrivo e alla partenza, e molti andarono a visitarlo, insinuando nell’animo

  1. Voi che dite? Quella è proprietà del Papa.
  2. Archivio Filangieri.