Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/63

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ragioni di età, di salute e di famiglia. Il giorno 7 settembre, Francesco II mandò da lui il maresciallo di campo, Francesco Ferrari, che gli consegnò una sua lettera autografa, colla quale gli si concedeva un permesso di quaranta giorni e gli si ordinava di affidare la firma della presidenza a Carrascosa e del ministero della guerra, al direttore maresciallo di campo, barone Gaetano Garofalo, il quale, nella sua gioventù, aveva preso parte alla campagna d’Italia nell’esercito di Murat contro gli austriaci, e godeva fama di ufficialo intelligente. Ecco la caratteristica lettera:1


Portici, 7 settembre 1859.


Caro Principe,

Non posso esprimervi quanto dolore e quanto dispiacere ò provato nel leggere le vostre due lettere, in seguito delle quali non posso, per debito di coscienza, astenermi dall’autorizzarvi di farvi aiutare nella firma della voluminosa corrispondenza dei due ministeri da Carrascosa e da Garofalo. Io però non mi asterrò di continuare a indirizzarmi a voi, quando mi necessita, per le varie branche di servizio, in questi momenti principalmente.

Questa mattina ò visitato il 7° Battaglione Cacciatori: la pace regnava nel quartiere, mangiavano con ilarità l’ottimo ordinario ed il buonissimo pane.

Ieri vi avrei desiderato con me, massime ai Granili, ove tutto in ordine ò trovato: il Sommo Iddio presto presto vi permetterà uscire di casa per meco venire a confabulare. Se io non mi trovassi in Napoli in tale giorno, basta farmelo conoscere per qui venire subito.

Il Signore e la Vergine SS.ma conservino sempre in perfetta salute il mio amico costante Carlo Filangieri.

Accettate, caro principe, le parti del costante

Vostro aff.mo Francesco.


Filangieri eseguì gli ordini e andò ad abitare la villa De Luca a Pozzopiano, presso Sorrento, ma sulla porta della camera da letto fece apporre un cartello con le seguenti parole: questo scritto inibisce l’entrata a chicchesia, perchè prova che o sono fuori, o non voglio vedere nessuno. E di fatti si rese invisibile.

Le dimissioni del principe di Satriano produssero enorme impressione, e più stupito e addolorato di tutti ne fu il Brenier, il quale aveva assicurato il suo governo che il Re di Napoli avrebbe quale certamente accolto quel progetto di Costituzione. Il 14 settembre, Brenier si recò a Pozzopiano e insistè presso Filangieri

  1. Archivio Filangieri.