Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/89

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CAPITOLO IV


Sommario: Le ferrovie nel Regno — Come si costruivano e si esercitavano — Le stazioni — L’armamento delle rotaie — L’episodio del capostazione Marriello — Il macchinista reale Coppola — Il segnale umano nei viaggi del Re e un incidente — Gl’impiegati ferroviari fedelissimi — Una grazia concessa — Le vetture reali — Uno scontro a Cancello — Parole di Maria Teresa a Coppola — Il direttore Fonseca — L’amministrazione ferroviaria — I biglietti, il loro prezzo e gli orarii — Disposizioni curiose — Le concessioni ferroviarie di Francesco II — I riordinatori delle ferrovie napoletane nel 1861 — L’ultimo Decurionato — Lettere di Romano e di Garibaldi al principe d’Alessandria — L’ultimo bilancio del Decurionato — Le entrate e le spese — Le spese di culto — I regali al Re — Le opere pubbliche — Le spese per le nozze e per la salita al trono di Francesco — I rapporti tra il nuovo Re e il Decurionato — Un incidente caratteristico al baciamano — Il Decurionato perde un privilegio — Gli uffici municipali a San Giacomo — Il vecchio Decurionato e il nuovo Municipio — Il Risanamento — I due sindaci più benemeriti.


Quando Francesco II sali al trono, le ferrovie del Regno, partendo da Napoli, avevano per estremo limite Capua, Castellamare, Nocera e Sarno: in tutto, meno di duecento chilometri. Ferdinando II fu il primo a costruire strade ferrate in Italia, e il tronco Napoli-Portici venne inaugurato il 26 settembre 1839 e aperto all’esercizio il 4 ottobre successivo. Quattro anni dopo, il 20 dicembre 1843, era stata aperta la Napoli-Caserta, prolungata nel 1846 fino a Capua. Per l’apertura della ferrovia di Caserta fu coniata una medaglia commemorativa, incisa dall’Arnaud, col motto viarum moras hominis sollertia vicit, e dall’altra faccia il ritratto del Re, col motto Ferdinandus II Siciliar. Rex Providentiss. Nel 1846, il Re volle congiunto Cancello con Nola e, dieci anni dopo, Nola con Sarno per raggiungere San Seve-