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162 la guerra [1282]



Or narrinsi i miracoli umani: fornite le fortificazioni nel tempestar dell’assedio: fatto un popol di soldati: nè età, nè sesso provarsi imbelle: null’opra dura a niuno: vigilie, interminabil disagio, penuria sostenuti senza fiatare: uno scherzo la morte: e più, invidia e discordia incatenate: pensiero in tanta moltitudine un solo, far salva Messina. In pochi dì, là dov’era accostevole a scale, arduo drizzasi il muro; ove fiacco, si rassoda; ove il luogo nol comporta, steccati, argini di botti, fascine: a giusta distanza dalle cortine esteriori fabbricano un contramuro. E cavan fondamenta, e murano, e assestan travi, e insieme combattono, quanti son umani nella città; vincendo lor passione gl’infermi corpi, le schive usanze, le vanità degli ordini. Nobili, giuristi, mercatanti, artigiani, infima plebe, sacerdoti, e frati, e vecchi, e fanciulli all’opra tutti secondo lor posse; intenti ed ansiosi, dice Saba Malaspina, quale sciame ch’affatichi intorno a suoi favi. Donne cresciute in dilicatissimo vivere, d’ogni età, d’ogni taglia fur viste a gara sudar sotto il peso di pietre e calcina; e lì, tra il fioccar de’ colpi, recarne a’ lavoranti; girare per le mura dispensando pane e polenta, dissetandoli d’acqua, mescendo vini; e più di belle parole confortavanli: «Animo, cittadini! Nel nome della Beata Vergine, durate alle fatiche. Vi serbi alla patria Iddio. Egli il vede e difenderà Messina.» In questo gli altri Siciliani, eludendo l’oste pe’ tragetti de’ monti, aiutavano la città di gente, d’armi, e di vittuaglie. Crebbe la virtù de’ Messinesi con l’uopo e coi rischi, durò tutto l’assedio, e più valida ogni giorno rendea la difesa1.

    • Nic. Speciale, lib. 1, cap. 7.
    • Saba Malaspina, cont., pag. 372.
    • Gio. Villani, lib. 7, cap. 6º.
    • Giachetto Malespini, cap. 211; i quali due trascrivono il principio della canzone:
    Deh com’egli è gran pietate

    Delle donne di Messina,
    Veggendole scapigliate
    Portando pietre e calcina.
    Iddio gli dea briga e travaglia

    A chi Messina vuol guastare, ec.
    • Bart. de Neocastro, cap. 42, narrando un assalto dato alla città, fa menzione degli stessi particolari.
    • Gli aiuti delle altre città confermansi da un diploma del 15 agosto 1282, in Gallo, Annali di Messina, tom. II, pag. 131, nel quale si legge il titolo: Tempore dominii sacrosanctae Romanae Ecclesiae, et felicis Communitatis Messanae anno primo. Nos Alaimus de Leontino, Miles, Capitaneus civitatum Messanae, Cataniae, et a Tusa usque ad Aguliam Augustae; consilium et comune praedictae civitates Messanae, etc. Per questo fu accordata ai cittadini di Siracusa nel comune e distretto di Messina, la franchigia delle dogane, dritti di pesi e misure, e altre gravezze, in merito d’aver mandato giusta forza di cavalli e di fanti, nel presente assedio dell’ingente esercito di re Carlo, e d’aver tenuto fede a Messina.