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182 la guerra [1282]

offerto a Pietro il trono1; ed ei sceneggiando avea replicato: gradire questa lealtà al sangue svevo: stargli a cuore la Sicilia: pure gli desser tempo a risolversi su partito sì grave. Rappresental tosto, dissimulando quel suo ardentissimo desiderio, agli adunati baroni e notabili dello esercito; tra’ quali chi consigliava l’andata al bello e facile acquisto, e chi dissuadeala, mostrando: provocherebbe sul reame d’Aragona l’ira del papa, le armi di Francia; per ambizione di novella corona metterebbesi a repentaglio l’antica; essere Carlo potente troppo; e le genti di Aragona use a battagliar co’ Mori, non contro cavalleria sì forte; rifinite chieder la patria e il riposo; ripugnare a una aggression sopra cristiani: e d’altronde come prenderebbesi guerra sì grande senza la sovrana autorità delle corti di Catalogna e Aragona? A quegli ostacoli tacque parecchi dì Pietro, nè fiatò perchè molti, senza tor pure commiato, facean ritorno in patria2: ma lavorando occulto, prese a poco a poco gli animi de’ principali dell’oste. Quando ne fu sicurato, rispondeva agli oratori di Sicilia: accettar la corona secondo gli ordini del buon Guglielmo, e promettere la difesa3; scrivea al re d’Inghilterra, e forse

  1. Geste de’ conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit.

    Montaner, cap. 54 e 57, narra assai goffamente questa ambasceria de’ Siciliani, che fa venir con vele negre alle navi, in vesti negre, e dirottamente piangendo ai piè dello Aragonese, implorarlo con parole di paura e servitù. Non s’addicean certo queste abbiette dimostrazioni ai Siciliani del vespro, venuti ad offrire a Pietro una sovranità assai limitata. In fatti D’Esclot, cap. 88, presenta in ben altre sembianze gli ambasciadori, e riferisce i patti della esaltazione. Le testimonianze degli altri istorici portano anche a questo.
    • Bart. de Neocastro, cap. 23.
    • Nic. Speciale, lib. 1, cap. 12 e 13.
    • Surita lib. 4, cap. 22.
    • Montaner, cap. 57, e d’Esclot, cap. 88, da partigiani del re, tacendo i dispareri, dicon presa la guerra di Sicilia con grande accordo e gioia di tutta l’oste, che fu a un di presso l’esito della faccenda.
  2. D’Esclot, cap. 90.