Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/297

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[1284] del vespro siciliano. 281

dileguavasi. A che cercar altre cagioni alla ritirata di Carlo?

Il caso l’affrettò con una crudele tempesta, che percosse di notte le navi ancorate alla Catona senza schermo: le quali per manco male si lanciavano in alto mare; e tornate a dì, dopo aver corso gravi pericoli, trovaron l’esercito in terra poco men di loro travagliato dalle folate del vento e dell’acqua. A mezzodì, splendendo in Messina un bel sereno, di nuovo si scaricarono le procelle su’ lidi opposti; che parea, dice il Neocastro, ch’anco il cielo e ’l mare scacciassero gli stranieri1. Ma più degna è di nota la virtù di Ramondo Marquet catalano, vice ammiraglio d’Aragona. Costui, mandato dal re con quattordici galee, quando si seppero in Catalogna i novelli apparecchiamenti

  1. Bart. de Neocastro, cap. 79.