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294 la guerra [1284]

Soffocati dal fumo, quei miseri saltan dalle finestre, chieggon mercè; ma son trafitti, ripinti semivivi nelle fiamme; e narra Malaspina degli usciti tal altro orrore, che nè il credo io, nè il dirò1. Prigioni e guardie, ei ripiglia, tutti periano. Il Neocastro tace quelle crudeltà, scema anco i prigioni a sessanta; altri li porta a dugento, e ricorda le fiamme2. L’umanità della regina, e la fortezza di Matagrifone, salvarono con molti altri il principe.

Poi si tenne un parlamento in Palermo a deliberare di lui; dove, dice il Neocastro, tutti accordavansi a mandarlo a morte in vendetta di Corradino, se non che dissentirono i Messinesi con Giacomo e la reina. A questo aggiungon fede, non ostante il divario delle circostanze, il Montaner, Giachetto Malespini, il Villani, e sì una lettera di re Alfonso di Aragona a Eduardo d’Inghilterra, nella quale trattando di pace con Carlo II si afferma condannato lui dai Siciliani, e scampato dal re. Favoleggiò un altro contemporaneo, che la regina un venerdì facesse intendere a Carlo d’apparecchiarsi alla morte; e che poi gli perdonasse per la sua fortezza a tal nunzio, e la rassegnazione a morire lo stesso dì che si ricorda la passione di Cristo; ma tal novella nacque manifestamente dal vero fatto narrato dianzi. Certo è che il principe in questo tempo, per tor luogo ad attentati in favor di lui, o contro, fu tramutato nel castel di Cefalù. Liberati gli altri prigioni, tutti sotto fede di

  1. Multorum quoque viscera, quae crudeli gladio nonnulli delectabantur exules aperire, ignis subiecti torrent in pruina, et iam assata in naturali cupiditate famelica lambunt, et immittunt etiam in crudelem stomacum velut cibum, etc.
    • Bart. de Neocastro, cap. 88.
    • Saba Malaspina, cont., pag. 420, 421.
    • Giachetto Malespini, cap. 224.
    • Gio. Villani, lib. 7, cap. 96.
    • Ricobaldo Ferrarese, in Muratori, R. I. S., tom. IX, pag. 142.
    • Francesco Pipino, ibid., cap. 18.