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[1284] | del vespro siciliano. | 297 |
cento doppi lo scompiglio de’ moltissimi disertori: e indi tutto dispettoso e truce passò il re a Brindisi1; e trovò per conforto gli avvisi d’un altro insulto di quel Corrado di Antiochia, che adoprò sì caldo nell’impresa di Corradino. Costui, adunati esuli del regno e altra gente presso i confini, ove imperava in nome la Chiesa, in effetto ogni sfrenato feudatario o ladrone, entrò a mano armata in Abruzzo al racquisto della contea di Alba. Il conte di Campania li fronteggiò e ruppe2: ei rife’ testa, aiutato di danari dalla reina Costanza3. Un Adinolfo surto in quel tempo stesso a turbar la Campania, disfatto fu da Giovanni d’Eppe con le genti pontificie. Perugia ancora, Urbino, Orvieto e altre città d’Italia levarono in capo contro la Chiesa e parte guelfa, tuttavia poderosa, ma duramente percossa in re Carlo4.
E questi vinto dal disagio, convalescente di quartana, rodeasi tra mille cure: in man dei nemici il figlio: saltati essi in terraferma: perduto armamenti, uomini, spesa: affogar nei debiti del danaro accattato in Francia, e per ogni luogo d’Italia: e come sopperire agli smisurati bisogni della guerra, se i popoli di Napoli sbuffano, e negan quasi apertamente e gabelle e collette5? Nondimeno dissimulando alla meglio, e facendo sempre gran dire della guerra che porterebbe la vegnente primavera ei stesso in Sicilia
- ↑ Veggasi l’itinerario posto di sopra, e a pag. 280, i diplomi dati di Cotrone e di Brindisi pe’ disertori.
- ↑ Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 15.
Saba Malaspina, cont., pag. 419.
Diploma dato di Brindisi a dì 8 novembre tredicesima Ind. (1284), dal quale si vede che Stefano Angelone avea dato un castello su i confini del contado di Molise ai traditori, tra i quali era Corrado d’Antiochia. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 8. - ↑ Saba Malaspina, ibid.
- ↑ Raynald, Ann. ecc., 1284, §. 16.
- ↑ Saba Malaspina, cont., pag. 417.