da lui occupato1. Molte migliaia di cavalli e pedoni francesi entraron per quattro leghe a dare il guasto in terra d’Aragona; nè pur ciò bastava a spuntare gli Aragonesi che al re ubbidissero, sopraccorso in Tarragona, e chiamanteli alle armi. Indi ei convocò le corti a Tarragona. Dove baroni e cavalieri e popolani, con meraviglioso accordo, prepostisi di troncare i passi alla usurpazion del potere, faceano il dì primo settembre milledugentottantatrè gravissimi richiami; conchiudendo, consultasse il re con loro intorno l’imminente guerra. Altero rispose, non reggersi a consigli altrui; richiederebbe le corti al bisogno. Ripigliaron dunque, riparasse gli aggravî; ed ei, che tempo era non a disputare, ma a combattere. A ciò le corti, addandosi che le parole erano niente, secondo lor esempi antichi, strinsersi in una lega, o _giura_, come si chiamava dal giurar tutti, che le libertà della nazione manterrebbero con avere e persone; chi fallasse tal giuramento sarebbe sfidato a duello da tutti gli altri, come fedifrago e vile; tutti difenderebbero i perseguitati dal re senza condanna del _Justiza_ e de’ pari; se Pietro s’ostini, chiamisi al regno il figliuolo; si sforzi con l’arme chiunque ripugni alla lega. Allor Piero con vaghe promesse differì le corti al tre ottobre, in Saragozza: e quivi, trovandole anzi più salde e disposte a qualunque sbaraglio, piegossi a confermar le franchige, sperando pur farsene gioco ne’ fatti; e pronto alle frontiere di Navarra volò. Ma que’ della lega che il conosceano, pria di tornarsi a lor case, adunati nel tempio del Salvadore a Saragozza, rinnovano il giuramento; rafforzanlo con istaggir ville o castella a guarentigia comune;
- ↑ D’Esclot, cap. 106. Surita, Ann. d’Aragona, lib. 4, cap. 83, 85. Nangis, Vita di Filippo l’Ardito, in Duchesne, Hist. franc. script. tom. V, pag. 542. Montaner, cap. 111.