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[1252-63] del vespro siciliano. 21

terraferma, e dell’isola; e breve tratto per Corradino regnò. Poi lo scettro ripigliato col valor suo, render nol seppe a un fanciullo; diè voce che questi fosse morto in Lamagna; e creduto o non creduto, com’erede solo di Federigo, incoronossi in Palermo a dì undici agosto milledugentocinquantotto.

E fortemente regnò Manfredi; e placar non potendo a niun patto la corte di Roma, disperatamente la combattea. Si fe’ capo dei Ghibellini: rinnalzolli in Lombardia; fomentolli in Toscana; in Roma stessa ebbe seguito, la quale non sottomessa per anco ai pontefici, e reggendosi per un senatore, avea chiamato nuovamente a questo uficio Brancaleone, uomo di alto animo, che si era, per comunanza di nimistà, col ghibellino re collegato. Per le quali cose, non bastando ormai la romana corte alla tenzone, affrettossi a compiere un antico disegno. Già fin dalla morte del secondo Federigo, papa Innocenzo, perchè non sentia nel sacerdotale braccio tanto vigore da regger Sicilia e Puglia, nè troppo affidavasi in su quegli umori repubblicani, avea cercato in ponente chi conquistasse con armi proprie lo stato, e con nome di re dalla Chiesa tenesselo in feudo, e pagassele censo, e servigio militare le prestasse. Così innalzato avrebbe in Italia un possente capo di parte guelfa,


    Fimetta e testè tornato in fede della Chiesa, il casale Scordiæ Suitan situm in territorio Lentini.
    Questi tre diplomi, cavati da’ registri Vaticani, Epistole n. 574 e 121, leggonsi in Luca Wadding, Ann. minorum, Roma, 1732, tom. III, pag. 387, 537 e 539.
    Breve di Urbano IV, cavato da’ diplomi della Chiesa di Girgenti, e pubblicato dal Pirri, Sic. sacra, tom. I, p. 704, nel quale si fa parola dell’imprigionamento del vicario frate Ruffino.
    Di costui in fine dà notizia un altro breve del 13 novembre 1254, recato dal Pirri nello stesso luogo; nel quale diploma è notevole, che il papa concedea al vescovo di Girgenti alcuni dritti del regio fisco.
    Il guasto dei poderi della corona in Caltagirone, si scorge da un privilegio in favore di quella città, dato da Manfredi, balio di Corradino; il quale è citato dal P. Aprile, Cronologia della Sicilia, cap. 27.