Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/73

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[1266-82] del vespro siciliano. 57

chevolmente perchè nè comando nè supplizio mai die’ valore a ciò che non n’ha; onde a capo a quattro o cinque giorni cinquanta danari valean sei, passata la settimana calavano ad uno1. I sinistri effetti di tali alterazioni credea menomare, ma li aggravava il re, con un divieto all’uscita degli schietti metalli, e di tutt’altra moneta che la sua2. Taglia questa non era, nè balzello, ma pretta rapina

  1. Capitoli del regno di Sicilia, cap. 10 di re Giacomo.
    Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282, pag. 25.
    Saba Malaspina, cont. loc. cit., p. 332.
    Nic. Speciale, lib. 1, cap. 11.
    Bart. de Neocastro, cap. 12.
    D’Esclot, cap. 88.
    Diplomi del 18 e 25 maggio 1275, ai maestri della zecca di Messina, allegati dal sig. della Rovere nell’opera citata, cap. 4; ove si legge che nella nuova moneta di denari entravano 7 tarì e mezzo di argento in ogni libbra di lega; e sopra ciò si ragiona il guadagno dell’80 per 100, che risponde a’ detti del Neocastro e del D’Esclot; il primo de’ quali afferma che il valor edittale della nuova moneta montò a trenta volte sopra l’antico, non che sopra l’intrinseco; e il secondo attesta il rapidissimo calar di questa moneta dopo la distribuzione.
    Moltissimi diplomi ci ha poi, su le sforzate distribuzioni della bassa moneta, nel r. archivio di Napoli; un de’ quali dato il 13 agosto sesta Ind. (1278) si trova nel registro segnato 1268, A, fog. 127. Un altro del 5 settembre sesta Ind. (1277) per la distribuzione di libbre 8,830 di moneta nuova, alla solita ragione di 3 libbre ad oncia di valore, talchè se ne doveano ricavare, continua il diploma, once 2,943. 11. 10, reg. 1268, O, fog. 3; e parecchi altri veggonsi notati nell’Elenco delle pergamene del r. archivio di Napoli per monsig. Scotto, tom. I, Napoli, 1824.
    Una di queste pergamene contien la distribuzione alle città e terre della Sicilia di là del Salso (regione occidentale); e questa, perchè mostra particolari importanti, l’ho io trascritto dall’originale, e la pubblico qui, Docum. III.
    Che Carlo I d’Angiò avesse la monetazione come un capo di entrata pubblica, si ricava da molti altri diplomi del r. archivio di Napoli; un dei quali indirizzato al vicario in Sicilia Adamo Morhier per la zecca di Messina il 13 marzo 1278, si trova nel registro segnato 1268, A, fog. 142.
  2. Elenco citato delle pergamene, ec., tom. I, p. 181 e 184, diplomi del 4 e 31 agosto 1279.