del governo rattemperava que’ danni; e
quanto la Sicilia perdea, la Puglia acquistava. Fioria Napoli per lo
soggiorno della corte, per l’affluenza di tante faccende: ristorò Carlo
la sua università degli studi, la ornò di splendidi edifizi, di feste e
di spettacoli la fe’ lieta. Lagrime, e terrore nell’isola intanto.
Manomessa la nazione, manomessi i privati; non magistrato che rendesse
ragione; non principe che riparasse i torti; nè un domestico asilo
rimanea dove l’abbominato accento straniero non penetrasse a ricordare
più scolpitamente la servitù. Delle facoltà loro non eran padroni;
vilipesi nelle persone; ingiuriati nelle donne; della vita in sospetto
sempre e in periglio. A tanto la Sicilia venne per le violate leggi, e
’l dominio straniero! Tal era nel secolo decimoterzo una tirannide!