Pagina:La guerra nelle montagne.djvu/31

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III.

Un valico, un Re e una montagna


Un falco si avventò dalla cresta del colle e si librò sotto di noi, scrutando la valle, che si svolgeva, dal principio del valico, a forma di un imbuto verdeggiante, protendendosi nello spazio. Il solito sentiero mulattiero, rozzamente lastricato, si snodava su di esso in mezzo a baraccamenti di tavole, di roccia e di terra, donde sarebbe sembrato naturale vedere sbucare all’improvviso dei montanari indiani, con tante balle di the compresso. Ma comparve invece un ufficiale di artiglieria, recante la gentile offerta di un caffè; era un maggiore, dalla faccia abbronzata, e dagli occhi abituati a scrutare orizzonti assai lontani. Egli ed i suoi cannoni vivevano lassù tutto l’anno, e sui più elevati pascoli giacenti tutt’intorno al suo ricovero si vedevano a dozzine le cupe buche delle granate, che stavano a provare come il nemico avesse tentato di snidarli di lì. La neve era appena