Pagina:La guerra nelle montagne.djvu/55

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la; d’altra parte le squadre dei terrazzieri che lavoravano sulle strade dovevano oramai rientrare. Perciò dall’alto fu dato l’avviso al nostro pubblico invisibile che la rappresentazione era finita, e che era inutile applaudire oltre. Questo ordine fu partecipato un po’ più brevemente di quanto ho detto; e risuonò effettivamente come uno schiaffo.

Il silenzio si estese allora insieme con le grandi ombre delle colonne rocciose, attraverso la neve; si udì un colpettìo ed un tintinnìo su per il versante del monte e come uno scivolare di pietre ruzzolanti. La ferrovia aerea continuava i suoi viaggi come al solito: le squadre dei terrazzieri abbandonarono il lavoro, accatastarono gli arnesi, e cominciarono le veglie notturne.

L’ultima visione che io ebbi degli allegri fanciulloni fu quella di un aggruppamento di figure simili a gnomi, duecento metri più in su — poichè non vi era punto d’appoggio visibile — piantati sul vuoto. Essi si separarono e si recarono a compiere ciascuno le sue faccende, divenendo, a poco a poco, dei puntini tenui, moventisi in alto o da una parte, sul fianco della roccia, fino a che non disparvero entro di essa come formiche. Il loro lavoro si trovava «soltanto pochi passi più in su», dove i posti d’osservazione, le sentinelle, i sostegni e tutto il resto, vivono sopra un terreno, in paragone del quale i piccoli sentieri intorno alla mensa degli ufficiali ed ai baraccamenti sono addirittura pavimenti livellati.

Quelle ronde debbono eseguirsi con qualunque