Pagina:La lanterna di Diogene.djvu/233

Da Wikisource.

— 225 —

— Questo me lo dirà domani di giorno: poi converrebbe addentrarsi nelle vie minori che incrociano, come lische di pesce, questa maggiore, e penetrare in quegli antri degni di Polifemo o, meglio, di Caco, che non appaiono al di fuori, se non per la scritta: «Segue la numerazione»!

— Ma questa via non ha fine?

— Oh, prosegue ancora. Intanto eccoci arrivati all’albergo. Era ora!

L’albergo principale di Comacchio è in un grande casamento settecentistico.

Prima nostra cura fu quella di ispezionare le stanze assegnateci. Oh, calunniata Comacchio!

I letti erano nuovi ed a molle, le stanze così vaste che lasciavano a pena scorgere a lume di candela i confini delle loro modanature barocche. I catini erano grandi e l’acqua per lavarsi contenuta in una capace orciola: ciò va segnalato! In molti alberghi italiani, e non d’ultimo ordine, gli utensili per lavarsi sembrano essere stati acquistati con riguardo dagli abitanti di Lilliput.

Domandare un supplemento di acqua è un animare di inimicizia e di spregio la coscienza del cameriere. Nè dimenticherò l’osservazione di un cameriere:

— Se lei si lava tanto, vuol dire che è mol-

Panzini. La lanterna di Diogene 15