Pagina:La lanterna di Diogene.djvu/239

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dai, turbato, il mio vestito. Per fortuna il signore non si era abbigliato così per noi, bensì tutta notte era stato desto essendosi celebrata la cerimonia nuziale di un suo parente.

— Sarebbe desiderabile, andando a Pomposa, avere una carta, — dissi, e non l’avessi mai detto! Il signore, quando fu penetrato dell’idea della carta geografica, voleva ad ogni costo fare aprire le scuole, dove ci dovevano essere delle carte murali. A stento lo trattenemmo, non però al punto che non mandasse un messo a casa del maestro di scuola.

Il messo tornò avvilito, riferendo che le finestre erano chiuse e che il maestro dormiva. Il signore ordinò di svegliare.

Gli facemmo pazientemente osservare che il maestro non poteva a meno di non aver moglie, la moglie non poteva a meno di esser giovane, e così di supposizione in supposizione, giungemmo a persuaderlo che per essere cortese a noi, sarebbe stato scortese altrui. Si persuase.

Allora ci avviammo alla proda (come ad una fondamenta di Venezia) dove era preparato il battello.


Battello, cioè   b a t t a n a,   a fondo piatto e breve sponda: una stuoia era stesa sul fondo e vi ci sdraiammo più che sedemmo.

La   b a t t a n a,   è, pel comacchiese, ciò che