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106 la leggenda di tristano


lo re Marco: «Tue, T., e tue, Ghedin. voi siete incolpati di queste cose». E T. rispuose e disse: «Io sono apparecchiato di provare a Ghedin per forza d’arme sí com’egli mise la falce intorno alo letto di madonna Isotta e non io». Allora disse lo re Marco: «Or lasciate istare queste cose e sicuramente sopra me vi prometto ched io ne darò pentimento a chi fatto l’avrae». E a tanto sí si parte lo re e li suoi cavalieri e li suoi baroni e le donne e le damigelle, e ciuscheduno torna a sua camera. E alo matino sí si leva lo re Marco e viene nela sala lá ov’ierano li suoi cavalieri e T. altresie. E incontanente lo re si comandoe che siano messi cinque padiglioni ala marina e tutto fue fatto suo comandamento. E incontanente lo re si montò a cavallo cola reina e baroni assai ed altri cavalieri assai in loro compagnia, e incominciano a fare ala marina grande sollazzo infra loro. Ma T. non cura d’altro sollazzo se non di quello di madonna Isotta. Ed allora sí incominciano intra loro due a piede d’uno padiglione a giucare a scacchi.

E istando in cotale maniera sí sopravennero due cavalieri armati di tutte arme, sí come cavalieri erranti, e vennero alo padiglione del re Marco e imprimamente sí salutarono lo re ed appresso tutti li suoi cavalieri. Ed allora lo re sí rendeo loro lo suo saluto e cortesemente. E li cavalieri sí domandano ov’è la reina Isotta. E lo re rispuose e disse: «Vedetela costá che giuoca a scacchi con T.». E li cavalieri sí andarono in quella parte lá ov’iera la reina. E se alcuno mi domandará chi sono li cavalieri, io dirò ch’egli è l’Amoratto di Gaules e uno suo fratello. E l’Amoratto incomincia a dire incontra a suo frate: «Piú bella è madonna la reina d’Organia che non è madonna Isotta». E lo cugino incominciò a dire che piú bella è la reina Isotta che non è quella d’Organia. Ed allora rispuose l’Amoratto e disse: «Per mia fé, se tu non fossi mio cuscino, io ti lo proverei per forza d’arme, che madonna la reina d’Organia è piú bella che non è Isotta la bionda». E suo cuscino rispuose e disse: «Se non fosse che tu se’ mio cuscino, io lo proverei a te per forza d’arme che