Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/14

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8 la leggenda di tristano

corte lo re Meliadus e vide T., cosí bella criatura, incomincioe ad averne grande ira di lui. E lo re tenea tutto giorno T. in braccio, e la reina n’iera molto dolente e dicea in fra se istessa: «Forse n’avrò io uno cotale». E la notte vegnente e lo re Meliadus giacque con sua dama ed ella ingravidoe. E quando la reina si sentio gravida, fue molto allegra. Ma T. è cosí bello e neuna altra criatura non può essere piú di lui [né] si bello. Ma lo re Meliadus coli suoi baroni ne faciano grande festa, vedendolo cosí bello, e T. iera maggiore di quattro anni che gli altri damigelli non ierano ali sette anni. E la reina portoe tanto tempo lo suo ventre pieno, che venne lo tempo del parturire; e poi parturette uno figliuolo maschio. Molto ne menava grande allegrezza la reina deio suo figliuolo; ma lo re non ne menava si grande allegrezza. Ma incontanente si fecero trovare balie per lattare lo garzone. E la reina volendo cosí grande male a T. per le sue bellezze, e dicea infra se istessa che bisogno è che lo faccia uccidere. Ma Governale che di queste cose si s’appone assai e conosce bene che la reina odia T. di tutto suo cuore, e allora Governale si chiama T. e si gli comanda che non debia mangiare né bere di neuna cosa che la reina gli dea o faccia dare. E allora dice T.: «Io faroe tutto quello che voi mi comanderete». Ed allora Governale chiamoe T. nela camera, e tanto vi stettero in tale maniera uno grande tempo; si che T. potea avere anni VII. Ed allora andoe T. per la sala del palagio, tanto bello ed avenante che neuno altro non si truova com’ello o piú bello di lui. Ma lo re Meliadus prese T. in braccio e portalo neia camera e coricossi con esso lui e teneasi T. in braccio. E questo si era di state ed iera allora grande caldo, si che lo re Meliadus guardando in una finestra e vide una ampolla piena, che parea buono vino. E allora disse lo re a T.: «Vae prendi quella coppa e dami bere». E T. che di queste cose non prende guardia, prende l’ampolla e mette questo beveraggio nela coppa, credendo egli che fosse buono vino, e porselo alo re. E lo re istese la mano per prendere la coppa; e la reina, vedendo che lo re prendea la coppa lá ov’era lo