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224 la leggenda di tristano


imperciò che bene lo conoscea, e disse fra se medesimo: «Se egli saprá, ch’io combatto incontra madama la reina Ginevra, egli combatterá incontanente. E imperciò a me sí abisogna pur dire che la dama d’Organia non sia sí bella com’è la reina Ginevra; ond’io sono molto doloroso di questa aventura».


CLXXII. — In questa parte dice lo conto, che istando l’Amorat in cotale maniera, sí come detto èe, e combattendo con Meliagus molto duramente, e monsignor Lansalotto sí fue giunto a lui. E quando vide la battaglia, la quale eglino faciano, fue molto doloroso, e disse a l’Amoratto: «Amorat, ditemi per quale cagione combattete voi con questo cavaliere. Io sí voglio che voi sí lasciate ora questa battaglia, imperciò ch’io so che intra voi due non hae ora neuna querella, per la quale debbia essere menata a fine». E incontanente si mise in mezzo di loro tutto a cavallo, sí com’egli iera. Ma quando Meliagus vide lo cavaliere, lo quale iera intrato in mezzo di loro due, fue molto doloroso e disse: «Per mia fé, cavaliere, voi non fate cortesia, quando voi non mi lasciate menare a fine mia battaglia, la quale io abo presa con questo cavaliere». E quando Lancialotto intese queste parole, disse: «Cavaliere, ditemi, se Dio vi salvi, per che cagione avete voi presa questa battaglia?». E quando Meliagus intese queste parole, disse: «Cavaliere, noi sí combattiamo imperciò che l’Amorat sí dice che la dama d’Organia è piú bella dama che non è madama la reina Ginevra. Ond’io combatto co lui per questa cagione». E quando monsignore Lancialotto intese queste parole, fue molto dolente e disse a l’Amorat: «E com’è Amoratto, e andate voi dispregiando mia dama in cotale maniera? Per mia fé, voi avete molto fallito e molto malvagiamente contra mee». E incontanente ismontoe da cavallo e imbraccioe lo scudo e mise mano ala spada, e disse: «Cavaliere, ora lasciate a me questa battaglia, imperciò ch’io la voglio menare a fine, perch’io debo difendere madama da tutti li cavalieri». E quand’egli ebe dette queste parole, ed egli sí andò inverso l’Amorat cola spada isguainata e fedilo sopra l’elmo, e diedegli sí grande