Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/366

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LA MORTE DI TRISTANO

(cantare del sec. xiv)

1
     Po’ che e’ fu al castello arrivato,
l’amor lo strigne e forte lo travaglia,
peroch’egl’era molto tempo stato
senza Ysotta veder — se Dio mi vaglia — .
Ed un messaggio si ebe inviato,
che vada a Tintoil in Cornovaglia:
sicché non può piú la pena patire
che e’ non mandi a la reina a dire.
2
     E quando la reina questo intese,
che Tristan era in quelle contrade,
per un messaggio rispuose palese
che egli andasse a lei in veritade.
Sicché Tristan per lo cammin si mise,
tanto che e’ fu dentro a la cittade,
sicché uom del mondo nol sa e nol sente
se non Ysotta dal viso piacente.
3
     Quando messer Tristano andò a sua amanza,
non portò l’armadura suo sovrana,
se non la spada ed anche la suo lanza
che gl’avie dato la fata Morgana:
che la portò con seco per certanza,
ch’era fatata e cotanta villana.
Giunse Tristano a Ysotta fiorita
con quella lancia che i tolse la vita.