|
la leggenda di tristano |
43 |
sua prodezza». E allora incominciano li cavalieri e le dame
e le damigelle a fare grande festa a T. e diciano che questi
è lo migliore cavaliere che unqua mai fosse in Irlanda. Grande
è l’alegrezza che ne menano li cavalieri del reame del re Languis, ed allora incominciano a servire T. di tutto ciò che fae
bisogno e a fagli grande onore. Ma Governale si fue molto
allegro, quando seppe che si bene iera addivenuto a T. Grande
è l’onore che T. hae ricevuto da tutta gente. Ma T. si fece
fare allora uno bagno e fue fatto molto buono, e quando T.
v’entrò entro e la reina e madonna Isotta e dame e damigelle
assai lo vegnono a servire e cominciano a sollazzare con lui
ed a fare grande festa insieme, mentre che T. istava nel bagno.
E questa allegrezza del bagno dura III giorni. Ma allo quarto
giorno, istando T. nel bagno, e egli si lascioe la camera sua
aperta, ché gli uscio di mente di riponere la spada sua, si
che rimase sopra lo letto, ed iera tutta fornita di fin oro. Si
che uno iscudiere, passando appresso dela camera, vide la
spada di T. istare sopra lo letto; parvegli molto bella: prese
la spada in mano e incominciolla a guardare e dicea infra se
istesso che non si potrebe trovare una piú bella ispada di
quella. E istando in tale maniera, la reina passava dala camera di T. e vide la spada che tenea in mano lo scudiere;
parvele molto bella, sí che non credea che T. avesse una spada
sí ricca. E poi che la reina fue allo scudiere e recossi la spada
in mano e pariagli molto bella e trassela fuori del fodero. E
guardando ala punta dela spada, vide ch’iera isgranata la
punta e incontanente andoe nela camera e prese la sgranatura,
la quale avea tratta del capo al’Amoroldo, e incontanente
glile disse lo cuore che questo iera lo cavaliere lo quale avea
morto l’Amoroldo. E dappoi puose la sgranatura ala punta dela
spada, e dappoi che la v’ebe posta e vide ch’iera partita quella
isgranatura di quella ispada. Incontanente corse a T. cola
ispada in mano, diciendo a T.: «Nepote delo re Marco di
Cornovaglia, oramai non ti vale lo celare il tuo nome, ché
troppo se’ celato inverso di noi. Ora ti dichiamo che tue uccidesti l’Amoroldo d’Irlanda, ma egli è pur bisogno che tu