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48 la leggenda di tristano


piú dire a questa fiata, e l’uno si si parte dall’altro. E la damigella torna al suo albergo con suo cavaliere e tutti gli altri tornarono a loro alberghi. E la damigella chiamoe uno suo nano e dissegli: «Domane mi farai uno messaggio a T., lo nepote del re Marco di Cornovaglia, e diceragli da mia parte che domane a sera vegna a me ala fontana dell’Agua dela Spina e tavia gli die che vegna armato, perché l’uomo non sae l’aventure che possono avenire». E allora disse lo nano che questo messaggio fará egli e sará molto volontieri. Al matino si leva lo nano e montoe a cavallo e venne ala corte del re Marco. E quand’egli vide T. si lo chiamoe a sé e dissegli: «La damigella dell’Agua dela Spina vi manda mille salute e mandavi a dire per me che voi istasera vegnate a lei alo giardino dela fontana. E tutta fiata venite armato, imperciò che l’uomo non sae l’aventure che possono avenire». Ma T. quando intese queste parole, disse alo nano: «Io si sono apparechiato di fare lo comandamento dela damigella e di venire, quando a te piacerae». E lo nano rispuose e disse che ancora non iera venuta ora del’andare. E a tanto finano loro parlamento. E monsegnor T. si muove e va allo suo palagio, e comandoe agli scudieri che apparechino le sue arme «e debiano acconciare lo mio distriere, sí che quando bisogno mi sarae ch’io lo trovi tutto prestamente apparechiato».


XLIII. — Or dice lo conto che lo re vide bene quando lo nano favelloe a T., e incontanente gli diede lo cuore che la damigella dell’Agua dela Spina l’avea mandato a T. perch’egli andasse a lei. E lo re chiamò lo nano nela camera e dissegli: «Nano, io voglio che tu mi dichi che messaggio tu hai fatto a T. mio nepote, che tanto hai consigliato oggi con lui». E lo nano rispuose e disse: «Messer, questo non vi dirò io giá, imperciò che non sarebe cortesia ch’io dicesse altrui le parole private che a me sono dette». Disse lo re: «E com’è ciò, nano, non mi dicerai tu quello ond’io t’ho domandato?». E lo nano disse di noe. E lo re gli disse: «Se tu noi mi dicerai, io ti taglieroe la testa con questa ispada». E inconta-