Pagina:La madre (1920).djvu/150

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Ma ancora da più in fondo un’altra voce gli diceva:

— Non è questo: è che sei vile. Hai paura di soffrire, di ardere davvero.

E a misura che si riavvicinava al paesetto, agli uomini, si sentiva più smarrito che mai. Che fare? Gli pareva che le ombre e le luci che i fuochi del ciglione sbattevano tutto intorno, sopra ogni pietra, sopra ogni stelo, uscissero dalla sua coscienza: ma qual’era la verità: la bianca o la nera?

Ricordava il suo arrivo al paesetto, anni avanti; la madre che lo seguiva trepida come si segue un bimbo che fa i primi passi.

— E io sono caduto davanti a lei.... E lei crede di avermi rialzato, ma sono ferito a morte. Dio mio. Dio mio....

E ad un tratto provò un senso di sollievo pensando che quella festa improvvisata lo distoglieva dalla sua pena, forse anche dal pericolo....

— Farò venire qualcuno in casa: così passerà la sera. Si farà tardi.... Se passa la notte sono salvo.