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paura del mondo. Non è la paura di Dio che ti spinge a lasciarmi.

Egli ebbe voglia di gridare, di batterla: le afferrò la mano e le torse un poco il polso sottile: così avrebbe voluto torcere e stroncare le parole di lei. Poi si tirò indietro e si sollevò.

— E sia! E ti pare nulla? Sì, mia madre si è accorta di tutto, e mi ha parlato come la mia coscienza stessa. E tu, e tu la coscienza non ce l’hai? Ti pare giusto che noi dobbiamo fare del male a chi vive solo di noi? Tu volevi che noi si fuggisse, si vivesse assieme; ed era giusto, questo, se non potevamo rinunziare ad amarci; ma poichè esistono delle creature che la nostra fuga e il nostro peccato stroncherebbero, è necessario sacrificarsi per loro.

Ma ella pareva non ascoltasse che qualche parola staccata di lui; e continuava ad accennar di no con la testa.

— La coscienza? Certo, ce l’ho anch’io: non sono più una bambina; e la mia coscienza mi dice che ho fatto male a darti