Pagina:La madre (1920).djvu/56

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Tutta la sua anima si dibatteva selvaggia, con un ansito impetuoso più di quello del vento sull’altipiano: una lotta suprema tra l’istinto cieco della carne e l’imposizione dello spirito.

Poi si alzò, senza ancora saper bene quale dei due avesse vinto. Però si sentiva già più cosciente, e si giudicava. Disse a sé stesso che, più che il terrore e l’amore di Dio, e il desiderio d’elevazione e la repugnanza del peccato, lo atterriva la paura delle conseguenze d’uno scandalo.

E l’accorgersi di questo suo giudicarsi spietato lo incoraggiava, gli prometteva la salvezza. Ma in fondo sentiva di essere oramai attaccato alla donna come alla vita stessa; la portava con sé, nella sua casa, nel suo letto; e avrebbe dormito con lei, avvolto nella rete indistricabile dei suoi lunghi capelli.

E sotto il suo apparente dolore, in fondo al suo essere sentiva tutto un tumulto di gioia ardere come un fuoco sotterraneo.

Ma appena ebbe aperto la porta della