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La maestrina degli operai 165

deva male ora che altri le desse noia o le facesse offesa. Cominciò a guardare a traverso quelli che facevan del chiasso, prima quasi involontariamente, come un uomo frastornato in un pensiero fisso; poi col proposito manifesto di farli smettere, fissando l’un dopo l’altro i disturbatori. Quando costoro se ne accorsero, incoraggiandosi a poco a poco al vedersi concordi, presero a far peggio; e allora alla stizza di prima s’aggiunse in lui il risentimento dell’ingiuria a lui diretta. La cosa, per alcune sere, non passò i termini; ma poi egli s’inasprì. I disturbatori ostinati non eran che i ragazzi, ma tanto più egli si sentiva ferito nell’orgoglio, che non riusciva a farsi temere da un pugno di monelli, lui che aveva fatto tremare degli