Pagina:La mimica degli antichi investigata nel gestire napoletano.djvu/14

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VII

patrie, nelle quali vi si rappresentasse un soggetto di conversazione, scelto in modo che ogni persona facesse la sua parte mimica, e con quel gesto, che naturalmente esprimesse le sue idee.

Questo è quello, che ci siamo impegnati di ottenere nelle prime sedici tavole aggiunte all’opera1. Speriamo che esse saranno di occasione ai nostri bravi artisti, da scegliere nelle loro composizioni non più il solo e semplice soggetto; per esempio del venditore di acqua, di frutta, di pesci, del Cantatore di Rinaldo ec., ma degl’incidenti ancora animati e parlanti, che spesso accompagnano tali rappresentanze.

A tutto ciò, per dare il colmo alla nostra determinazione, si aggiungeva così il sentire le continue domande, che gli esteri fanno ai nostri, sul significato del tale, o tal altro atteggiamento; come l’affetto pel patrio suolo, che c’invitava ad illustrare, per quanto era in nostro potere, anche questa apparentemente disprezzabile parte degl’interessantissimi usi del nostro paese, che sono in realtà pieni di filosofia, che potrebbe dirsi Romana, Greca, Naturale. Soffrivamo

infatti mal volentieri, che questo nostro modo di


  1. Queste composizioni sono opera di un nostro stimabilissimo artista Sig. D. Gaetano Gigante. Le di cui bambocciate ad olio sono vivissime, e piene di merito; osservandosi per tutto, lo spirito dei nostri costumi. Al medesimo non abbiamo comunicato che il soggetto e l’andamento de’ gruppi, concertandone i gesti corrispondenti.