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Pagina:La mimica degli antichi investigata nel gestire napoletano.djvu/33

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XXVI


rinvii, o riscontrare quei monumenti, e quelle citazioni che in essi ritroverà, forse vedrà chiaro quel tale gesto, o suo significato, che non solo la comune de’ lettori, ma egli stesso leggendolo nel nostro testo, o lo aveva preso in una idea semplicissima ed indifferente, o non ben riconosciuto.

Di più, che altro mezzo vi sarebbe stato per evitare le frequenti ripetizioni in un lavoro come il presente? Gesti che continuamente si concatenano fra di loro: significati che ad ogni passo si danno la mano: idee che frequentemente si debbono richiamare alla memoria, acciò l’una renda chiara l’altra: fatti la di cui verità dipende da altri già dimostrati: in fine, una lunga serie di gesti, che riuniti insieme formar debbano una ben lunga catena, in che altro modo potevano concatenarsi se non citandoli, o nojosamente ripetendoli? Quest’ultimo metodo è troppo dispiacevole, ed esoso così allo scrittore, che a chi legge. Lo seguano pure coloro che amano i grossi volumi di carta, ma non di cose. Non cesseremo mai di approssimarci all’insegnamento di un gran metafisico, al dir di Lavater (v. 1. pag. 1.) cioè che il carattere del bello consiste nell’offrire un grand nombre d’idées dans le plus petit espace possible.

In un’opera diretta agli scienziati, ed ai semplici curiosi bisognava servire gli uni senza render tedio agli altri. Con la frequenza de’ rinvii i dotti,