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SCUDO PAPALE — 466 — SCUDO PRIMO

bassa lega e correva per Lire 2 e Sol. 2 mantovani. Vi erano anche i mezzi Obses. L’anno 1631 furono ritirati perchè non avevano l’intrinseco corrispondente al valore nominale (pzm., vii, 19).

Scudo papale di argento. Il primo pontefice che fece coniare nelle sue zecche Scudi d’argento fu Sisto V, l’anno 4° del suo pontificato (1588). Se ne trovano delle zecche di Roma, Ancona e Montalto. Il Cinagli sulla fede dello Schiassi riporta a p. 164 n. 25, uno Scudo d’arg., di Sisto V coniato in Bologna nel 1586. Ma si tratta di un Testone da 3 Giulii del peso di gr.mi 10 circa. Una provisione pubblicata in Bologna il 26 ag. 1588 ci dà una prima notizia degli Scudi di argento papali: «Il scudo d’argento di Roma nuovamente stampato con la testa di N. Sig. Papa Sisto V et di S. Francesco da dieci Paoli pesa l’onza 1, car. 10 e vale L. 3,16,8» (Malag., rin., XI, 427). Coniarono in seguito Scudi papali la zecca di Avignone, sotto i

Roma Pio VII (1800-1823).

Scudo d’argento del 1816 (dritto).


pontificati di Clemente VIII, Paolo V, Gregorio XV, Innocenzo X. In Bologna coniarono Scudi d’argento Clemente X, Innocenzo XI, Clemente XI, Innocenzo XIII, la

ROMA Pio VII (1800-1823).

Scudo d’argento del 1816 (rovescio).

Sede vacante del 1724, Benedetto XIV, Pio VI, Pio VII, la Sede vacante del 1823, Leone XII, la Sede vacante del 1829, Pio VIII, la Sede vacante del 1830, Gregorio XVI e Pio

IX. In Ferrara Paolo V, Gregorio XV, Urbano VIII e Clemente XI, in Montalto il solo Sisto V. In Perugia la Repubblica Romana nel 1798. Vedi Scudo repubblicano. La zecca di Roma emise Scudi di argento quasi ininterrottamente dal tempo di Sisto V a Pio IX. Vedi tavola. La serie di questi Scudi presenta un interesse speciale per la cura con la quale i Pontefici vollero tramandare ai posteri i saggi dei migliori incisori dei loro tempi. Alcuni di questi Scudi sono noti per la loro grande rarità come quello di Pio VII col ritratto, del quale ne furono coniati 6 esemplari soltanto (Martinori, mnc., 12061). Valori: Sisto V fece coniare i primi Scudi di argento al peso di onc. 1, den. 4 e gr.ni 19 (gr.mi 32, 20, dm. mill. 42,5). Innocenzo XI li ridusse ad onc. 1 e gr.ni 9 (gr.mi 31,750) e Benedetto XIV a den. 22, 10, 17 e 99/13 (gcr., 386). Il valore costante degli Scudi papali fu di 100 Baiocchi. La bontà era sotto Clemente XI a 910 mill., sotto Benedetto XIV e Clemente XII, a 917 mill. Pio VI li riportò alla bontà di 910 mill. I pesi peraltro non furono sempre ragguagliati con scrupolo alla legge monetaria in vigore. Vedi Scudo romano d’argento.

Scudo papale di argento di Bologna da Bajocchi 80. Fu coniato in quella zecca durante la Sede vacante (1774-1775) essendo camerlengo il card. Carlo Rezzonico, porta la cifra del valore - 80 - e ne fu continuata la coniazione sotto Pio VI, (peso 112 carati, val. 8 Paoli; Bonaven., 35, n. 29, 30).

Scudo pisis. In una tariffa di mon. d’arg., calcolate al tasso di Scellini 5 e den. 2 per oncia campione, con saggio fatto dalle zecche di Londra e Parigi nel 1823, troviamo per lo Scudo pisis del 1803 il peso di den. 17, gr.ni 12, argento puro gr.ni 385 e val. Scell. 4, Den. 5,76 (kcu., 123). Si tratta dei Francesconi o Piastre fiorentine marcate con Pisis. Vedi Pisis.

Scudo pistola, Écu pistolet. Moneta d’oro della zecca di Ginevra coniata circa il 1560-1580. Porta la dicitura post tenebras lux. Vedi Pistola.

Ginevra.

Scudo pistola - Ecu pistolet del 1562.


Scudo primo. Così troviamo menzionato lo Scudo da L. 4 mantovano coniato da Carlo I Gonzaga in Mantova durante l’assedio del 1629-1630. Porta impresso il crogiuolo ed il