Pagina:La morte e l'immortalità - Feuerbach, 1866.djvu/26

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coloro, che avvisano arrestarsi a mezza via sul loro cammino.

L’Opinione che l’Anima continua ad esistere dopo la morte del corpo prima d’essere un’argomento di seria e scientifica discussione a disamina; era già diffusa e ritenuta siccome articolo di fede. Ora una siffatta credenza è per lo meno tanta strana quanto lo è l’abitudine di chiamare Dea, o cosa divina una bella donna o il parlar dell’immortalità delle teste coronate.

Allorché l’Uomo con una inqualificabile leggerezza e presunzione si inette a sentenziare sull’ignoto e dove non giunge la potenza del suo intelletto e del suo scibile, egli di necessità è costretto a dar nei sofismi. Di conseguenza voi udirete in cento guise le più fantastiche stravaganze allorché si pretende darvi, dei saggi, sull’altra vita e sulla individuale Immortalità.

Ora eccovi amici miei, una idea che mi par giusta per tutti i versi.

«Sarà di noi dopo la nostra morte lo stesso che già è stato prima della nostra nascita.»

Questa idea, per lo meno, è per me come instintiva ed anteriore a qualunque discettazione; e porta seco alcun che d’attraente ed invincibile sebbene non possa dirsi per ancora apoditticamente dimostrata, e forse non pochi che non osano confessarlo apertamente la pensano al par di me in questo grave argomento.

Nulla finora ha potuto convincermi del contrario; e dove la mia opinione si appoggia sulla natura medesima, la contraria si fonda sopra metafisici artifizj che ben sovente anzi sempre urtano in contradizioni di fatto che sarebbe impossibile lo scansare.