Pagina:La pastorizia.djvu/46

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libro secondo. 37

Selvaggio ed alle ortiche; e a lui dall’alto
Cerere applaude, e i molti usi ne addita.
Di questo, ove n’abbondi, al gregge ancora
Esser vuolsi cortese, allorchè il verno
360Fa, nevando d’intorno, orridi i campi.
Vedrai per questo in pingue adipe avvolgersi
Delle pecore i fianchi, e vie più denso
Dalle turgide poppe uscirne il latte.
     Quando pel tenebroso aere si versa
365A dilungo la fredda invernal piova,
Ti si sconviene ad ogni istante il gregge
Addurre a’ fiumi. Nè vorrai che in lorde
Pozze si cavi il suol, nè porrai vasi
Grevi di sasso nell’ovil, che indarno
370Di rimoverli tenti, allorchè d’uopo
Ti fia votarli e risciacquarne il fondo;
Ma ben cavando il faggio e i grossi tronchi
Del lieve òntano a tempo, o commettendo
D’assi polite i truogoli e le docce
375Ben sedenti sui piè, dentro v’accogli
Lucente onda di fiume; e fuor le porta
Se mondarle desii, perchè la terra
Dell’ovil non si abbeveri e si lordi.