Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/155

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credono d’esser persone vive: la loro scienza della vita è loro sufficiente. Questa è la loro sicurezza e la loro pace, la loro coscienza e la loro gioia – questo il loro sguardo fidente volto al futuro.

Ma essi galleggiano alla superficie della società come un ago asciutto alla superficie dell’acqua per l’equilibrio delle forze molecolari; e un lieve soffio basta a far vedere com’era malsicuro il loro fondamento di fronte alla necessità che s’illudevano d’aver superata, quanto inadeguata la loro sicurezza. Quando un uomo si sommerge e tocca il fondo, a lui e agli altri sembra δεινός il fatto: ché egli si sente ingiustamente colpito e gli altri hanno la compassione della paura. E insieme protestano contro il destino, e bestemmiano la forza che rompe le loro sicure felicità: come se quell’uomo avesse avuto il diritto d’esser fiducioso, come se, i piedi sul fondo, avesse conquistato il suo posto al sole col suo individuale valore, eliminate dalla sua vita le contingenze, fondata «in loco stabile sua speme». – Poiché il loro comodo personale è loro la realtà – la sciagura che lo interrompe è la forza trascendente: il diavolo. – Questa stessa impotenza si fa manifesta anche in ogni piccolo inceppamento del comodo d’ognuno, quando ognuno, per avergli attribuito valore e sicurezza assoluta, anche dopo [averlo] perduto non sa capire la giustizia delle altre cose che coscienti o no l’hanno inceppato, e allora s’arrabbia. Le grida e le bestemmie degli arrabbiati, il cigolio continuo della macchina sociale – questa è la voce dei popoli!