Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/159

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tudini seguendoli, ognuno colla sua mente, volsero εἰς τὸν βίον ciò che nella mente dell’eroe andava εἰς τὸ ὄν: e imparando a dare alla loro misera vita i nomi che avevano il loro senso vitale in quella grande vita del profeta, del legislatore, del rivoluzionario: mangiarono e bevettero e prolificarono in nome di Buddha, in nome di Cristo. –

La beatitudine, che il profeta ha dato come fine sicura, ognuno a sé stesso raffigurando coi colori dei propri desideri e libera dei mali da cui ognuno è oppresso – ognuno prende come nuova scusa alla vita meschina, amore e tormento della sua piccola volontà. S’adattano alle nuove forme, persino al rifiuto d’alcune forme di vita, pur di vivere e di sperare – e sul leone abbattuto, riformicola con nuovo fervore la vita minuscola con le stesse gioie e gli stessi dolori e le stesse viltà. Poiché nel suo nome si trovano uniti e per l’unione più forti e più sicuri. Così che dal suo sogno della fratellanza dei buoni (ἀγαθῶν φιλία) ha incremento l’organizzazione delle volontà nemiche che delle sue forme simboliche incomprese – frutto della sua negazione – si servono per la sicurezza della loro qualunque affermazione di vita (affermazione della qualunque vita): la comunella dei malvagi: κοινωνία κακῶν.


Se meno potenti – tanto più numerosi agirono e agiscono gli altri, che l’amor della fama muove o un’ambizione che più chiede un’imme-