Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/78

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giungere alla vita, non ci sono parole che ti possano dare la vita: perché la vita è proprio nel crear tutto da sé, nel non adattarsi a nessuna via: la lingua non c’è ma devi crearla, devi crear il modo, devi crear ogni cosa: per aver tua la tua vita. – I primi Cristiani facevano il segno del pesce e si credevano salvi; avessero fatto più pesci e sarebbero stati salvi davvero, ché in ciò avrebbero riconosciuto che Cristo ha salvato sé stesso1 poiché dalla sua vita mortale ha saputo creare il dio: l’individuo; ma che nessuno è salvato da lui che non segua la sua vita: ma seguire non è imitare, mettersi col proprio qualunque valore nei modi nelle parole della via della persuasione, colla speranza d’aver in quello la verità. Si duo idem faciunt non est idem. Non quello che l’occhio vicino vede di ciò che uno ha fatto, è il senso della sua attività; ma la mente con cui l’ha fatto, che soltanto con ugual mente si può rivivere e riconoscere anche nel più piccolo segno. Ma per l’occhio miope quel segno non è che un segno che nasconde oscurità che lo trascendono. Egli sa dell’organismo vivo quello che una formica sa del corpo dell’uomo quando per le ignote pianure e gli avvallamenti di questo corpo passeggia. Chi a quei segni s’accontenta, e del ripetere quella vicinanza che sa, si fa un lavoro sufficiente, non è salvato, ma perduto. Il suo lavoro gli è un oscuro tormento, una fatica bruta, che non ha

  1. Ἰησοῦς Χριστὸς Θεοῦ Ὑὸς Σωτήρ.
    Ἰησοῦς Χριστὸς Θεοῦ Ὑὸς Ἑαυτοῦ Σωτήρ.