Pagina:La sciarada, appendice alle antiche poetiche.djvu/33

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860Padri la gravità del sacro enigma
Sulle labbra del dotto Fracastoro
S’addicea, se co’ ludi dell’ingegno
In compagnia festevole talvolta
Godean, nella stagion che al foco invita,
865I sottili cangiar dibattimenti
Sulla difficil grazia, e le temute
Decisioni sulla residenza.
Il tuo secolo pure e la moda anco
A blandir ti consiglio. Or che la stessa
870Montagna, ove s’inerpicano in frotta
Rimatori animosi e rimatrici,
Non più lo scudo di Minerva, ornato
Della Gorgone orrenda, a proprio stemma,
Nè l’arco tien del già canuto Apollo,
875Ma il segno trionfal di Costantino,
Tu farai, se a’ miei detti orecchio porgi,
Ben di rado venir sulla tua scena
Le Deesse d’Ovidio e i loro drudi.
Nè sol trarrai da veritiero e antico
880Volume il motto, che per te poi viene
Di luce e d’ombra destramente avvolto:
La novella, che uscì l’altrieri, e piacque,
Il romanzo, che ognuno oggi divora,
Lo storico, il filosofo d’un giorno,
885Che i sapienti avvenir rumineranno,
Il vate, l’orator, l’autore, l’opra,
Su cui, come su preda, già coll’ugne
I giornalisti piombano e col rostro,
Se un ipocrita obblio meglio non fieda,
890Avrai più famigliari. Esempio caro
D’antepor l’odierno all’ossoleto,
Il patrio al forestier, di fresco diede
Ai culti ingegni della nostra etate
D’Anna Allighieri la sentita figlia1,

  1. Teresa Di Serego Allighieri