Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
100 | emilio salgari |
rono il rifugio e prima di tutto si diressero verso un gruppo di cactus a bocce, piante strane, che formano dei cespi enormi rassomiglianti a giganteschi alveari, ed i cui rami tagliati a fette, servono per dissetare non solamente gli uomini bensì anche gli animali, essendo ricchissimi d’acqua.
Coi loro coltelli ne troncarono parecchi che trasportarono nel rifugio, per non correre il pericolo di morire di sete, quindi fecero un’ampia raccolta di frutta di pino, lunghe un piede e mezzo, ricche di mandorle eccellenti assai nutritive, che si possono mangiare crude od abbrustolite, e che macinate dànno una specie di farina assai gustosa e molto apprezzata soprattutto dagl’indiani.
Avevano già fatto tre o quattro giri, quando l’udito sottile dell’indian-agent raccolse un rumore sospetto.
— Il grizzly o gl’indiani? — si chiese, fermandosi, mentre aveva le braccia piene di pinon.
— Tu hai udito qualche cosa, è vero, camerata? — chiese lo scorridore di prateria, sorpreso per quella brusca fermata.
— Sì, Harry — rispose l’indian-agent.
— Scappiamo, camerata.
— Aspetta un momento.
— Che sia l’orso che torna a casa?
— Chi lo sa?
L’indian-agent stette alcuni secondi in ascolto, poi si slanciò a corsa sfrenata verso il gigantesco big-tree, prontamente seguito da Harry, il quale credeva ormai di vedersi alle spalle l’orso colla bocca spalancata e le unghie aperte.
— Chiudete!... — gridò quando fu dentro. — Va bene almeno la porta?
— Combacia perfettamente, come se fosse stata tagliata ieri — rispose Turner. — Che cosa avete veduto?
— Vengono.
— Chi? Gl’indiani?
— Non ve lo saprei dire con certezza. Ho sentito un rumore che non mi rassicura affatto.
— Che sia invece l’orso?
— Può darsi.
— Giungerà troppo tardi perchè troverà la porta ben chiusa. Ho tagliato due grossi rami ed ho trovato il modo di assicurarli per bene alla corteccia, forandola internamente in due luoghi.
«Se spingerà perderà inutilmente il suo tempo. Le corregge non cederanno facilmente.
«Corpo d’un bue!... E quella scala? Sapete, John, che io continuo a pensarci?
— Alla scala?
— Sì, amico. Mi è venuto un sospetto.
— Quale?