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la scotennatrice | 115 |
comincia il nostro terribile quarto d’ora, se si accorgono dell’esistenza della botola.
«Che riescano a trovarla, John?
— Sono così furbi quei rettili rossi, da temere sempre — rispose l’indian-agent. — Cerchiamo di non farci udire.
«Se ci odono siamo perduti.
— Perduti propriamente no, poichè per snidarci ci vorrebbe un pezzo d’artiglieria, armi che gl’indiani hanno avuto il buon senso di non adottare, per nostra fortuna.
«Che cosa aspettano? Non si sono ancora decisi ad entrare.
Infatti i guerrieri rossi, finito il grizzly, non avevano ancora osato spingersi dentro il covo.
Ronzavano dinanzi l’apertura chiacchierando ed osservando soprattutto il terreno con estrema attenzione, per ritrovare di certo le tracce dei fuggiaschi, scompigliate dall’orso.
Fors’anche temevano che dentro il covo si nascondesse qualche altro orso, la femmina, poichè quello ucciso era un vecchio maschio.
Essendo però in buon numero, non dovevano rimanere a lungo oziosi.
Dopo essersi nuovamente consigliati, strinsero le loro file ed imbracciati i fucili per essere più pronti a rispondere a qualunque sorpresa, si spinsero dentro la tana disperdendo a calci i mucchi di ossami e le erbe che avevano servito da letto al povero grizzly.
Cercavano i fuggiaschi? Era probabile, quantunque dovesse sembrare anche a loro straordinario il fatto che si fossero rifugiati dentro il covo d’un così terribile animale, niente affatto tenero nemmeno per gli uomini di razza bianca.
Quella visita minuziosa durò un buon quarto d’ora, durante il quale l’indian-agent ed i suoi compagni si guardarono bene dal muoversi, poi gl’indiani tornarono ad uscire.
Parevano in preda ad una collera violentissima. Gridavano, lanciavano invettive, roteavano le loro scuri di guerra come se avessero dinanzi a loro dei nemici da accoppare, e continuavano a curvarsi verso terra, rimuovendo colle dita le erbe secche e la polvere legnosa caduta dall’alto del big-tree ed accumulatasi qua e là intorno al gigantesco tronco.
Cercavano ostinatamente le tracce che fino a pochi passi avevano seguite con piena sicurezza e che ora, grazie alle mosse dell’orso, non riuscivano più a rinvenire.
Si erano nuovamente radunati a consiglio, quando un’altra truppa d’indiani, forte d’una quarantina d’uomini fra Sioux e Corvi, s’inoltrò attraverso i giganteschi vegetali.
La guidavano Minnehaha ed il vecchio Nube Rossa. Dietro di loro veniva Mocassino Rosso, il quale teneva per le briglie il cavallo montato da lord Wylmore.
Scorgendo l’inglese che credevano si fosse lasciato carbonizzare nella