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170 | emilio salgari |
Le tettoie, che servivano probabilmente da scuderie, erano state sfondate come se cento obici fossero scoppiati intorno a loro; un gran numero di carrelli giacevano colle ruote in aria ed i fianchi sventrati; le rotaie erano state sollevate di colpo e mostravano le loro branche alzate, come se fossero pronte ad afferrare qualche cosa fra le loro braccia di ferro.
In mezzo a quel pandemonio si scorgevano scheletri di uomini e di cavalli, del tutto denudati, picconi, lampade infrante, ammassi di carbone scagliati in tutte le direzioni.
— Ecco l’opera del grisou — disse Harry. — Le mine terrestri sono una cosa da ridere.
«Si direbbe che la miniera è saltata tutta. Troveremo noi un pozzo d’uscita? Speriamo.
— Questo sembra un campo di battaglia — disse Turner.
— Le pelli-rosse non avrebbero potuto far di peggio — aggiunse John. — Io preferisco la prateria alle miniere.
Ad un tratto Harry si piegò innanzi, poi alzò vivamente la lampada.
— Non vi muovete — disse. — Intorno a noi volteggia la morte.
XVII.
Un assalto inaspettato.
Tutti si erano fermati, guardandosi ansiosamente intorno, temendo che da un istante all’altro dovesse succedere qualche terribile disastro così comune nelle miniere, specialmente in quelle da anni abbandonate nelle quali il grisou può accumularsi in quantità enormi.
Harry teneva la lampada di sicurezza alzala e guardava la vôlta dell’immenso scavo, agitandola da destra a sinistra.
— Sempre fumo — disse finalmente. — Eppure io sento il grisou. Perchè non scoppia? Ecco un mistero che io non riesco a delucidare.
«Fuoco e gas insieme, l’uno più terribile dell’altro! Si direbbe che si sono alleati in attesa di fare nuove vittime.
— Corpo di una bombarda!... — esclamò Turner. — Si direbbe che noi camminiamo in mezzo ad un magazzino di polveri!...
— È proprio così, mister — disse Harry. — Tutto intorno a noi vi è della polvere pronta a scoppiare e mandarci in aria fracassati.
— Non vedo nè barili, nè casse.